Bambini, ossessioni e difficoltà educative in età critica

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 03/01/2014 Aggiornato il 31/08/2015

Ho una bimba di due anni e un bambino di nove. Mi preoccupa il più grande. Da qualche tempo parla solo di macchine, in modo ossessivo, facendo anche sempre le stesse domande... Risponde: Dottoressa Alessandra Varotto

Una domanda di: patti
Salve dottoressa,
ho una bimba di due anni e un bambino di nove. Mi preoccupa il più grande. Da
qualche tempo parla solo di macchine, in modo ossessivo, facendo anche sempre
le stesse domande. per esempio se vede passare una bella macchina domanda: va
forte, quando costa e perché non me la regala. Quello che mi inquieta è
l’ossessività del discorso, ormai non si riesce a farlo parlare d’altro, e
la banalità delle domande, davvero molto infantili. Potrebbe essere una
sorta di regressione per la gelosia verso la sorellina? Come possiamo
arginare il fenomeno? Per ora noi gli abbiamo proibito di parlare di
macchine, e allora il bambino è tornato a un gioco che facevamo da piccoli,
che si basa sulla fare domande strane per far sbagliare l’altro… Insomma,
da un’ossessione a un’altra! Come possiamo fare? Grazie in anticipo

Gentile Signora,
la ringrazio per la sua lettera perché mi consente di aprire un dialogo su quelle difficoltà educative con figli ormai adolescenti. I nove anni rappresentano, infatti, un’età critica e particolarmente delicata per l’intero sistema familiare che ora, più che nelle fasi precedenti, deve affrontare il delicato compito di integrare la naturale esigenza di autonomia del figlio, non più bambino, con la coesione degli affetti e con la negoziazione di nuove regole relazionali.
Ci sono infatti almeno due processi importanti (che ritornano nei miei studi di psicologia evolutiva) e si intrecciano tra loro dando luogo a diverse “configurazioni” di relazione tra genitori e figli… Il primo, è la cosiddetta “individuazione” propria del bambino (più propriamente chiamato “giovane adulto”) che si esprime nella sua tendenza a svincolarsi dai legami familiari e, il secondo è la “differenziazione” tipica dell’organizzazione familiare e dal quale dipende il maggiore o minore grado di flessibilità nel consentire l’indipendenza dei suoi membri.
Appoggiando quest’interpretazione dei “compiti di sviluppo”, e dunque questo punto di vista, appare probabilmente più fondato pensare che in questa età, diversamente da quanto da Lei ipotizzato in merito alla regressione infantile, il figlio oramai grandicello si senta investito da un movimento di esplorazione e di ’”allargamento” dei suoi spazi di autonomia, che vorrebbe imporsi ma allo stesso tempo è messo alla prova dalle relazioni trasformative che vivono tutti i membri della famiglia.. . Sarebbe, in effetti, opportuno poter approfondire il caso di questo ragazzo in una situazione appropriata, anche per capire se lo stile personale, con cui i genitori stanno provando a esporsi con il grande, ha modo di favorire una certa competenza sociale o meno e soprattutto l’instaurarsi di quel processo dell’identità che tocca tutte le parti del sistema. È indubbio che il counseling con i genitori possa garantire una grande utilità nello sciogliere anche le sue perplessità sulle eventuali ossessioni del ragazzo.. l’ aiuto dello specialista consente di identificare i punti di vista o le richieste di suo figlio, la possibilità di saper prendere in considerazione le nuove proposte e fornire consigli senza imporre solo le proprie ragioni.
Sperando di aver fugato i suoi dubbi, la saluto con grande affetto. Le auguro anche che questo nuovo anno possa portare tanta serenità e nuove possibilità di realizzarsi nelle relazioni che Le stanno più a cuore.

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