Una scelta difficile (come spesso sono le scelte)

Dottoressa Nicole Bianchi A cura di Nicole Bianchi - Dottoressa specialista in Psicologia Pubblicato il 03/01/2018 Aggiornato il 31/07/2018

Scegliere una strada anziché un'altra espone sempre a una rinuncia. Ma anche questo favorisce l'evoluzione personale.

Una domanda di: Valentina
Buonasera, sono alla ricerca di consigli poiché a breve mi troverò a gestire una situazione piuttosto complessa e vorrei prendere le decisioni migliori. Il mio compagno è cileno e al momento vive e lavora in Cile, quando abbiamo scoperto di aspettare la nostra bambina, abbiamo comunicato alle nostre rispettive famiglie la nostra decisione di stabilirci in Italia. Ciò comporterà il mio compagno a lasciare lavoro e famiglia e a vivere in casa con me e mio padre (l’attuale proprietario dell’immobile). La sua situazione lavorativa ci consente di prendere un paio di anni di aspettativa che saranno un banco di prova per trovare un’occupazione in Italia e vedere come va la convivenza con mio padre. Ciò che mi preoccupa è la compagna di mio padre che non vive con noi ma da anni fa molte pressioni affinché ci sia una sorta di frequentazione anche da parte di noi figlie, cosa che abbiamo sempre rifiutato categoricamente per svariati motivi. Addirittura mio padre durante l’ultimo litigio, mi ha detto che voleva far venire a casa la sua compagna e che se ciò non mi stava bene potevo andare a vivere in un altro appartamento sempre di nostra proprietà. In seguito mio padre mi ha spiegato che non era sua intenzione dire una cosa del genere e adesso si sta stabilendo una convivenza tranquilla evitando contrasti da entrambe le parti. In sintesi sto cercando di mantenere un clima disteso per facilitare l’ambientazione del mio compagno quando verrà a vivere in Italia. Secondo lei la convivenza sarà fattibile o rischio di compromettere la serenità mia e dei miei cari? È opportuno che sia io a stabilirmi con nostra figlia in Cile? Inoltre dato che l’aspettativa verrà concessa dopo 6 mesi, sarebbe una buona idea se io passassi i primi mesi in Cile con lui e nostra figlia? Grazie mille

Cara Valentina,
dal suo racconto si evince il desiderio di “fare la scelta giusta”, per lei, per il bambino che sta aspettando, per il suo compagno e per suo padre. Sembra avere il timore di scontentare e far soffrire qualcuno delle persone a lei care, a seconda delle sue scelte di vita future. In parte ha ragione: ogni scelta rappresenta un rischio e la rinuncia di un’altra scelta. Scegliere una strada, presuppone la rinuncia di tutte le altre strade plausibili. Le scelte aiutano a crescere: questa retorica sulla vita rimanda ad una saggezza un po’ “datata”, ma ancora preziosa per orientarci.
Si trova in una fase della vita in cui le si presentano diverse questioni delicate da affrontare. Da una parte il cambiamento di vita del suo compagno, la convivenza, l’esperienza della maternità, la possibilità di un trasferimento, benché temporaneo, in un altro paese e la possibile scelta di diventare autonoma rispetto a suo padre. Stilate così, in un elenco, appaiono molte cose, oserei dire troppe tutte insieme. Sembra tornare la sua premura di soddisfare le aspettative degli altri e le sue. Non vuole cambiare casa, per non scontentare suo padre, che la vorrebbe a vivere con lui, magari con la sua compagna, con il padre del bambino e il bambino… Forse questa immagine rimanda ad un altro eccesso da sostenere. Una nuova convivenza di coppia e la maternità sono già due esperienze intense, sia emotivamente, che psicologicamente. Ora, nella sua mail rivolge a me una domanda determinante per il suo futuro, perché, forse, pensa di non essere in grado di sostenere la scelta giusta. Il mio suggerimento è proprio quello di non far prescindere i suoi progetti dalle aspettative migliori, ma da ciò che la affatica meno al solo pensiero. Lascerei perdere il trasferimento dei primi 6 mesi di maternità nel paese del suo compagno. Piuttosto, considererei l’ipotesi di andare ad abitare nell’altro appartamento di suo padre; mi pare una bella occasione per accettare il sostegno che le è stato offerto in un momento di transizione vostra, come gesto di affetto e fiducia reciproca, che possa stemperare i rancori. Allo stesso tempo, potrà avere modo di iniziare a vivere la sua nuova famiglia in modo autonomo. Oscar Wilde diceva che la felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha.
Le faccio tantissimi auguri!

NB

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