Continuità di frequenza al nido?
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 11/03/2013
Aggiornato il 24/03/2025 Risponde: Dottoressa Alessandra Varotto
Una domanda di: serry
Gentile dottoressa, mia figlia a settembre avrà un anno e la iscriverò al nido nella
fascia oraria 7.30-13.30. Stavo però valutando di far domanda di part-time al lavoro, questo mi permetterebbe di stare a casa due giorni e di mandare la bimba al nido gli altri tre. Mi sorgono però dei dubbi… È meglio che la bambina abbia una continuità di frequenza per poter apprendere regole e abitudini? Potrebbe far fatica a riprendere la frequenza al nido dopo 4 giorni a casa con la mamma? Da un lato vorrei godermela e stare con lei il più possibile, dall'altro non vorrei che fosse controproducente per mia figlia e che faticasse a livello educativo e di rapporti interpersonali. Grazie
Gentile Signora, la questione della frequenza del bambino al nido merita un'attenzione particolare e la ringrazio di aver posto la sua domanda. Probabilmente le sarà stato comunicato che l'inserimento della bimba avverrà in modo graduale. In altre parole, il piano educativo prevede una fase di "ambientamento" tale per cui è fatto obbligo della struttura garantire la compresenza del genitore per un periodo a scalare che si completerà una volta che la bimba riesce a superare il distacco dalla figura primaria. Ora, quanto Lei riferisce in merito alle abitudini e regole del nido, probabilmente è ciò che gli psicologi chiamano "routine". Compito degli operatori è proprio quello di prendersi cura dei bambini cercando di dare un contenimento emotivo e un supporto costante alla giornata del bambino. E sono proprio queste continuità educative che per il bebè hanno un peso ancor più grande dei bambini medi e grandi. Sono delle costanze che permettono di garantire tutti i suoi bisogni che sono in primo luogo fisiologici. Ho aperto questa breve parentesi allo scopo di passarle il messaggio di quanto sia importante per la sua bimba avere una figura di riferimento all'interno della struttura e che venga mantenuta il più possibile costante soprattutto nel primo anno di vita. L'educatrice del nido sarà la persona con cui sua figlia e Lei negozierete pian piano la vostra permanenza al nido, sarà colei che l’accoglierà al suo ingresso in questo nuovo mondo, magari attraverso dei rituali speciali (per esempio un pupazzetto che offre una scatola contenente gli oggetti delle attività del giorno). Sarà un momento emotivamente intenso per tutti e tre e le assicuro che non sarà una fase “immediata” perché la mamma è presente dentro la sezione con il suo bambino fino a quando lui sarà pronto a salutarla. In tal senso sarà fondamentale instaurare un patto di fiducia con questa figura, un'alleanza che diventerà sempre più proficua nel corso del primo anno al nido. Vorrei, infine, rassicurala anche sul fatto che in ogni struttura accreditata esiste un piano educativo e una carta servizi che danno la visibilità massima in fatto di "mission" e modalità con cui s'intende realizzare il percorso educativo al nido. Con queste ultime parole, intendo informarla sul fatto che a ogni genitore è garantita anche la possibilità di partecipare attivamente agli obiettivi che si prefigura l’attività al nido, attraverso i propri rappresentanti in un lavoro in cui educatori e genitori si confrontano allo scopo di imparare a migliorarsi l’uno dall’altro. Sperando di aver fugato ogni dubbio, rimango a disposizione per altri chiarimenti.
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