serry

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 11/03/2013 Aggiornato il 11/03/2013

Risponde: Dottoressa Alessandra Varotto

Una domanda di: serry
Gentile dottoressa, mia figlia a settembre avrà un anno e la iscriverò al nido nella
fascia oraria 7.30-13.30. Stavo però valutando di far domanda di part-time al lavoro, questo mi permetterebbe di stare a casa due giorni e di mandare la bimba al nido gli altri tre. Mi sorgono però dei dubbi… È meglio che la bambina abbia una continuità di frequenza per poter apprendere regole e abitudini? Potrebbe far fatica a riprendere la frequenza al nido dopo 4 giorni a casa con la mamma? Da un lato vorrei godermela e stare con lei il più possibile, dall'altro non vorrei che fosse controproducente per mia figlia e che faticasse a livello educativo e di rapporti interpersonali. Grazie

Gentile Signora, la questione della frequenza del bambino al nido merita un'attenzione particolare e la ringrazio di aver posto la sua domanda. Probabilmente le sarà stato comunicato che l'inserimento della bimba avverrà in modo graduale. In altre parole, il piano educativo prevede una fase di "ambientamento" tale per cui è fatto obbligo della struttura garantire la compresenza del genitore per un periodo a scalare che si completerà una volta che la bimba riesce a superare il distacco dalla figura primaria. Ora, quanto Lei riferisce in merito alle abitudini e regole del nido, probabilmente è ciò che gli psicologi chiamano "routine". Compito degli operatori è proprio quello di prendersi cura dei bambini cercando di dare un contenimento emotivo e un supporto costante alla giornata del bambino. E sono proprio queste continuità educative che per il bebè hanno un peso ancor più grande dei bambini medi e grandi. Sono delle costanze che permettono di garantire tutti i suoi bisogni che sono in primo luogo fisiologici. Ho aperto questa breve parentesi allo scopo di passarle il messaggio di quanto sia importante per la sua bimba avere una figura di riferimento all'interno della struttura e che venga mantenuta il più possibile costante soprattutto nel primo anno di vita. L'educatrice del nido sarà la persona con cui sua figlia e Lei negozierete pian piano la vostra permanenza al nido, sarà colei che l’accoglierà al suo ingresso in questo nuovo mondo, magari attraverso dei rituali speciali (per esempio un pupazzetto che offre una scatola contenente gli oggetti delle attività del giorno). Sarà un momento emotivamente intenso per tutti e tre e le assicuro che non sarà una fase “immediata” perché la mamma è presente dentro la sezione con il suo bambino fino a quando lui sarà pronto a salutarla. In tal senso sarà fondamentale instaurare un patto di fiducia con questa figura, un'alleanza che diventerà sempre più proficua nel corso del primo anno al nido. Vorrei, infine, rassicurala anche sul fatto che in ogni struttura accreditata esiste un piano educativo e una carta servizi che danno la visibilità massima in fatto di "mission" e modalità con cui s'intende realizzare il percorso educativo al nido. Con queste ultime parole, intendo informarla sul fatto che a ogni genitore è garantita anche la possibilità di partecipare attivamente agli obiettivi che si prefigura l’attività al nido, attraverso i propri rappresentanti in un lavoro in cui educatori e genitori si confrontano allo scopo di imparare a migliorarsi l’uno dall’altro. Sperando di aver fugato ogni dubbio, rimango a disposizione per altri chiarimenti.

BimbiSani&belli cercherà la risposta che desideri, consultando fonti autorevoli e attendibili.
Il servizio è riservato ai maggiorenni.


Chiedilo a BimbiSani&Belli
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Benzodiazepine contro l’ansia assunte in gravidanza: ci sono rischi per il bambino?

24/03/2023 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Migliori

Il rapporto rischi-benefici, nel trattamento con benzodiazepine degli stati d'ansia durante la gravidanza, è decisamente a favore dei secondi. Un'ansia non curata espone infatti alla possibilità di complicanze molto più importanti dei potenziali effetti indesiderati dei farmaci.   »

Dopo 9 mesi di tentativi la gravidanza non si annuncia: che fare?

21/03/2023 Gli Specialisti Rispondono di Augusto Enrico Semprini

Una donna di 34 anni, che ha già avuto figli e nell'arco di 9 mesi non riesce ad avviare la terza gravidanza, dovrebbe effettuare controlli volti a stabilire se l'apparato genitale è ancora efficiente sotto il profilo della fertilità.   »

Mutismo selettivo in una bimba di cinque anni

21/03/2023 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Viene definito "mutismo selettivo" il rifiuto di parlare in particolari contesti (per esempio alla scuola materna. Non dipende da un deficit dello sviluppo intellettivo o del linguggio o dell'udito, ma richiede comunque di essere preso in carico da uno specialista (neuropsichiatra infantile o psicologo). ...  »

Pancera post parto: sì o no?

10/03/2023 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

La pancera (o guaina) da indossare dopo il parto suscita pareri discordanti tra gli specialisti. In linea di massima, in caso di parto naturale non è opportuno metterla, mentre può servire alle neo mamme sottoposte a cesareo.   »

Fai la tua domanda agli specialisti