Quarto cesareo a 30 anni: sono proprio tanti i rischi?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Dottoressa Elisa Valmori Pubblicato il 26/07/2021 Aggiornato il 04/08/2021

Un quarto cesareo espone la donna a vari rischi che è bene valutare attentamente anche con l'aiuto del ginecologo curante.

Una domanda di: Mely
Ho appena compiuto 30 anni, ho 3 figli di 10, 8 e 3 anni tutti avuti
con taglio cesareo. Adesso ho appena scoperto di essere di nuovo incinta da
circa un mese e volevo capire che rischi ci sono per la mia salute e per quella del
bambino visto che non è mia intenzione interrompere la gravidanza. Grazie anticipatamente…
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, credo siano ammirevoli sia la sua domanda sia soprattutto il desiderio di allargare nuovamente la sua già numerosa famiglia, per quanto consapevole di dover correre dei rischi (ma la vita non comporta anche il rischio di morire prima o poi? Mettere al mondo dei figli rende però molto più entusiasmante correre questo rischio…dico bene?)
Certamente, dal punto di vista materno, ci sono dei rischi nel sottoporre l’utero per più volte ad un taglio cesareo in quanto l’incisione e la conseguente cicatrice sono localizzate bene o male sempre sulla stessa striscia di tessuto uterino e questo rende nel tempo possibili soprattutto tre tipi di complicanze.
1) inserzione bassa della placenta, in corrispondenza proprio della breccia uterina, con rischio di placenta accreta ossia che si intrufola troppo in profondità nel muscolo uterino
2) diastasi della sutura, ossia assottigliamento del tessuto uterino in corrispondenza della cicatrice nel corso della gravidanza o in caso di iniziale attività contrattile uterina.
3) aderenze tra l’utero e gli altri organi pelvici (soprattutto vescica, intestino e ureteri)
Rispetto al primo rischio, è possibile monitorarlo attraverso controlli ecografici che vadano a studiare la localizzazione della placenta (il problema non si pone se la placenta è a localizzazione fundica o posteriore); quanto al secondo, direi che il modo migliore per evitare la diastasi della cicatrice uterina è quello di cercare di mantenere l’utero a riposo (anche se dubito fortemente che una mamma con tre figli possa mettersi a riposo a meno che non venga ricoverata in ospedale) per esempio limitando fortemente gli sforzi fisici (ogni aiuto da chiunque venga è bene accetto!), i rapporti sessuali e a giudizio del Curante ginecologo utilizzando una integrazione di Magnesio (per bocca) oppure di Progesterone (sotto forma di ovuli vaginali) per ottenere che l’utero non si contragga prematuramente.
Rispetto alle aderenze, direi che non sono così prevedibili ossia dipende da come rispondono i tessuti nel processo di cicatrizzazione.
Direi che l’avere avuto febbre in puerperio dopo uno dei precedenti tagli cesarei potrebbe essere un fattore di rischio di aderenze pelviche.
Sul versante neonatale, il rischio in caso di cesareo elettivo è costituito principalmente dalle possibili complicanze respiratorie.
Non andando incontro alle contrazioni uterine del travaglio di parto, i polmoni del nascituro possono essere più impregnati di liquido amniotico rispetto a quelli di chi nasce con parto naturale. Può essere quindi necessario aspirare queste secrezioni per facilitare i primi atti respiratori del neonato.
In molti ospedali, il neonato viene separato dalla mamma dopo il taglio cesareo e messo in culla termica per facilitare l’adattamento alla vita extra-uterina e prevenire l’ipotermia (ossia l’abbassamento della temperatura corporea).
In altri centri, si sta cominciando a praticare lo skin-to-skin (ossia il contatto pelle-pelle tra mamma e neonato nelle prime due ore dopo il parto) non solo dopo il parto naturale ma anche in seguito a taglio cesareo in quanto questa pratica ottimizza sia il controllo della temperatura, sia l’avvio dell’allattamento al seno. Ritengo importante la scelta del punto nascita: occorre a mio avviso un centro dotato di terapia intensiva neonatale, così da poter avere le cure migliori in caso (Dio non voglia!) insorgessero delle complicanze prima, durante o dopo l’intervento.
Spero di averla aiutata, resto a disposizione se desidera e nel frattempo le faccio le mie congratulazioni per la famiglia numerosa!
Cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Vomito notturno in seguito a una gastroenterite in un bimbo di tre anni

11/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Può capitare che una gastroenterite dia luogo a strascichi che possono esprimersi proprio con episodi di vomito isolati. Non è necessario preoccuparsene subito, tuttavia se il problema persiste diventa necessario consultare il pediatra curante.   »

Come ci si accorge che l’utero si indurisce?

11/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

L'utero si indurisce quando si contrae ma non è detto che questo avvenga in modo doloroso. Una contrazione si può riconoscere dalla consistenza della pancia che si rileva semplicemente appoggiandoci sopra la mano: se non c'è contrazione al tatto appare soffice.   »

Psicofarmaci in gravidanza: lo psichiatra dice no (ma sbaglia)

05/03/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Fortuna vuole che esistano psicofarmaci compatibili sia con la gravidanza sia con l'allattamento quindi non ha veramente alcun senso suggerire alla futura mamma che soffre di ansia, attacchi di panico, depressione di non curarsi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti