Quarto cesareo: sono tanti i rischi?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Dottoressa Elisa Valmori Pubblicato il 22/01/2021 Aggiornato il 22/01/2021

E' innegabile che l'eventualità di dover affrontare per la quarta volta il taglio cesareo non è esente da complicazioni.

Una domanda di: Anna
Ho un forte desiderio di avere una quarta gravidanza ma ho paura
perché ho già avuto 3 cesarei e ho la diastasi. Le gravidanze sono sempre
andate bene e tutto sommato anche il post parto, anche se dopo il terzo sento
intestino e vescica scombussolati. Mi piacerebbe avere un suo parere, il
rischio di complicanze è molto elevato?
Grazie.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, capisco bene il suo desiderio di avere altri figli e anche il timore dato dal fatto che si tratterebbe di affrontare un quarto taglio cesareo.
Non mi ha precisato se lei abbia la diastasi dei muscoli retti dell’addome o dell’utero.
Presumo intenda la prima, abbastanza plausibile non solo in chi abbia partorito con cesareo, ma in tutte le mamme di più figli.
Sulla diastasi dei retti si può fare un lavoro di riabilitazione funzionale (guidata da un trainer o comunque da uno specialista, al di fuori della gravidanza, dato che in quel momento i muscoli addominali si devono “lasciare andare” per fare spazio all’utero che cresce), della diastasi uterina parlerò più avanti.
Certamente ci sono dei rischi nel sottoporre l’utero per più volte a questo tipo di intervento in quanto l’incisione e la conseguente cicatrice sono localizzate bene o male sempre sulla stessa striscia di tessuto uterino e questo rende nel tempo possibili soprattutto tre tipi di complicanze.
1) inserzione bassa della placenta, in corrispondenza proprio della cicatrice uterina, con rischio di placenta accreta ossia che si intrufola troppo in profondità nel muscolo uterino
2) diastasi della sutura, ossia assottigliamento del tessuto uterino in corrispondenza della cicatrice nel corso della gravidanza o in caso di iniziale attività contrattile uterina, in casi estremi questo assottigliamento può portare addirittura alla rottura dell’utero (ma perché quest’ultima si verifichi occorrono delle contrazioni uterine sostenute, come ad esempio quelle del travaglio del parto)
3) aderenze tra l’utero e gli altri organi pelvici (soprattutto vescica, intestino e ureteri)
Rispetto al primo rischio, è possibile monitorarlo attraverso controlli ecografici che vadano a studiare la localizzazione della placenta (il problema non si pone se la placenta è a localizzazione fundica o posteriore, esiste solo in caso di placenta a localizzazione anteriore); quanto al secondo, direi che il modo migliore per evitare la diastasi della cicatrice uterina è quello di cercare di mantenere l’utero a riposo (anche se dubito fortemente che una mamma con tre figli possa mettersi a riposo a meno che non venga ricoverata in ospedale) per esempio limitando fortemente gli sforzi fisici (ogni aiuto da chiunque venga è bene accetto!), i rapporti sessuali e a giudizio del Curante ginecologo utilizzando del Progesterone sotto forma di ovuli vaginali per evitare che l’utero si contragga prematuramente.
Rispetto alle aderenze, direi che non sono così prevedibili ossia dipende da come rispondono i tessuti nel processo di cicatrizzazione.
Inoltre, anche se non sempre c’è accordo sul ruolo da attribuire all’osteopatia nella medicina tradizionale, mi risulta che sia possibile sottoporsi a trattamenti osteopatici a seguito del taglio cesareo per prevenire la formazione di aderenze pelviche.
Spero di averla aiutata, resto a disposizione se desidera e nel frattempo le faccio le mie congratulazioni per la famiglia numerosa!
Cordialmente.

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