Rischio intermedio per trisomia 21: conviene fare altre indagini?

Dottoressa Faustina Lalatta A cura di Faustina Lalatta - Dottoressa specialista in Genetica clinica Pubblicato il 07/10/2024 Aggiornato il 14/10/2024

Spetta alla coppia decidere, dopo aver ottenuto l'esito del Bi-test, se sottoporsi a indagini più approfondite sulla salute del feto e tra queste quale scegliere tra la ricerca del DNA fetale nel sangue materno, l'amniocentesi o la villocentesi, più invasive.

Una domanda di: Gloria
Allora io ho 36 anni, sono incinta di 12 settimane + 3 giorni, ed è la terza a distanza di quasi 11 anni. Ho eseguito la traslucenza, e ora sono nell’ansia più totale. C’è anche valore che rientra in rischio intermedio, anche se la mia ginecologa dice che comunque molto è dipeso dalla mia età. E di non effettuare né amniocentesi né villocentesi, ma eventualmente di fare un test del DNA. Però non ho capito perché non mi abbia dato le misure dell’osso nasale, che dalla foto dell’ecografia pare ci sia. Non so che pensare… Comunque le giro il risultato. Le dico che la NT (translucenza nucale) è a 2.7 e per trisomia 21 ho un rischio base pari a 1:194. La ringrazio anticipatamente.

Faustina Lalatta
Faustina Lalatta

Gentile signora, un esito di “rischio intermedio” è piuttosto comune per le gravidanze con età materna superiore a 35/38. Infatti, come ha detto anche la sua ginecologa, l’età ha un certo peso nella formulazione finale della probabilità che l’embrione sia affetto. Al valore intermedio o alto del Bi-test contribuiscono comunque anche altri elementi come ad esempio il valore della TN che, nel suo caso, è ai limiti superiori di norma. In base alla mia esperienza è più semplice prospettare ai genitori un percorso di approfondimento dopo un Bi-test ad alto rischio. Infatti si discute subito la scelta di sottoporsi ad una procedura invasiva per ottenere una diagnosi. Per i casi di rischio intermedio invece è tutto più delicato e sfumato e penso sia più corretto ascoltare i genitori piuttosto che essere direttivi. Tra gli embrioni cui viene attribuito un rischio intermedio dal Bi-test, è presente un numero superiore di casi patologici, rispetto al gruppo di embrioni che ottengono il basso rischio. Sembra intuitivo, ma non sempre il dato viene discusso. In diversi decenni di attività prenatale ho sempre promosso la scelta autonoma della coppia rispetto alla mia opinione in casi simili. Proprio perché lo screening ha a che fare con la probabilità. La scelta di sottoporsi al test del DNA fetale è assolutamente appropriata, ma va ricordato che la possibilità di individuare embrioni patologici è molto elevata per la trisomia 21 e assai meno per altre anomalie. La scelta di sottoporsi a una procedura invasiva deve peraltro essere ponderata di fronte a un rischio intermedio ma si deve basare su dati completi e neutrali, cioè non solo considerando il rischio di perdere la gravidanza (molto enfatizzato) ma anche prendendo in esame il maggiore potere diagnostico (poco descritto). In conclusione, penso che lei è il suo compagno, genitori esperti, vi dobbiate confrontare apertamente prima di seguire un percorso o l’altro e cercare di dare voce all’aspetto per voi più rilevante: timore di perdere la gravidanza oppure timore che sfugga una diagnosi tra quelle che possono emergere dallo studio del tessuto fetale (villi coriali o amniociti)? Dopodiché ne dovrà parlare novamente con la sua ginecologa. Cordiali saluti.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti