Ho 34 anni e dodici anni fa mi è stato fatto un intervento in laparoscopia per estrare il pus prodotto dalla sactosalpinge bilaterale, ma non ho subito l’asportazione delle tube. Dall’ultima ecografia, che ho eseguito lo scorso maggio, si evince che questa infezione è tornata solo sulla tuba sinistra, ma non in stadio così avanzato come 12 anni fa. Mi è stato consigliato di valutare un percorso di fecondazione assistita in quanto tale percorso permette di curare la sactosalpinge. Per anni ho vissuto con l’idea di non poter avere dei figli a causa dell’intervento in laparoscopia che, a dire del medico che lo aveva eseguito, aveva privato le tube della loro normale funzionalità. A suo avviso, non avrei neppure poturo provare la strada della fecondazione medicalmente assistita. Ora sono molto confusa in quanto mi trovo davanti a due soluzioni: asportare tutto compreso l’utero oppure provare la fecondazione assistita. Come può essere contenuta tale infiammazione dalla fecondazione assistita?
Francesco Maria Fusi
Gentile signora, la presenza di una sactosalpinge oltre che rendere impossibile il funzionamento delle tube, rende molto meno probabile il successo della fecondazione assistita per l’infiammazione che ne consegue. Se il desiderio di un figlio è presente, l’iter corretto è quello di ripetere una laparoscopia togliendo entrambe le salpingi, controllare la presenza di una endometrite, cioè infezione cronica all’interno dell’utero, ed eventualmente curarla, e poi rivolgersi alla fecondazione in vitro. Cioè non è l’iter della fecondazione medicalmente assistita che cura e risolve la sactosalpinge: prima di ricorrere alla procedura è necessaria l’asportazione delle tube e la valutazione della condizione dell’utero. Dopodiché, se necessario, occorre cercare di risolvere un eventuale problema che lo coinvolge. Cordiali saluti.
Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.