Sclera gialla a 32 giorni di vita

Professor Gianni Bona A cura di Gianni Bona - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 03/09/2020 Aggiornato il 03/09/2020

Esiste una condizione, nota come "ittero da latte materno", caratterizzata da un lieve ingiallimento della sclera dell'occhio, che non deve suggerire di sospendere l'allattamento.

Una domanda di: Dan
Buongiorno, sono un papà di un bimbo che attualmente ha 32 giorni di vita. Quando è nato, alla dimissione ( in terza giornata di vita) gli hanno fatto
il controllo della bilirubina ( con un “aggeggio” che si appoggia sulla pelle) e risultava circa 6. Dopo altri due giorni (in quinta giornata di
vita) al controllo post dimissione risultava 8. Mi hanno assicurato che i valori erano nella norma. Siccome avevo notato una lieve sfumatura gialla
delle sclere degli occhi avevo domandato in ospedale e mi avevano detto che era normale e che nei neonati questo colorito giallo solo negli occhi
perdura fisiologicamente fino a circa un mese. Ad oggi, un mese di vita, noto ancora nelle sclere una lievissima sfumatura gialla (è una cosa
minima, ma comunque le sclere non sono di quel tipico classico bianco brillante). Il colorito del corpo è invece roseo, il bimbo cresce bene con
allattamento materno e sta bene. Questo colorito degli occhi è davvero fisiologico?
Ho letto in questi giorni che una delle cause di ittero neonatale è il favismo, e che nei maschi si trasmette per via materna. Non so se è il caso
quindi che mia moglie si sottoponga al test per vedere se è portatrice sana di favismo (ho letto che le donne sono spesso asintomatiche avendo due x,
una sana e una malata ). Mi chiedevo quale test deve fare, in quanto so che il classico test che individua il deficit g6pdh nelle donne può risultare
falsamente negativo perché non sempre in grado di individuare la condizione di favismo in eterozigosi. Grazie.
Gianni Bona
Gianni Bona

Gentile papà,
il lieve ingiallimento della sclera di suo figlio potrebbe essere dovuto a una condizione nota come “ittero da latte materno”, che può riscontrarsi negli
allattati al seno e che può protrarsi fino alla 12ma settimana di vita. L’ittero da latte materno non deve assolutamente suggerire di interrompere l’allattamento
perché non comporta conseguenze. Per quanto riguarda il favismo, si evidenzia solo ed esclusivamente in seguito all’assunzione di fave: non
penso quindi possa essere in alcun modo implicato nell’ittero di suo figlio. Escludo quindi l’opportunità che sua moglie si sottoponga a qualsiasi indagine per la ricerca del favismo. Comunque sia, se l’ittero dovesse peggiorare, estendendosi alla pelle, le consiglio di rivolgersi al reparto di neonatologia dell’ospedale dove il bambino è nato. Con cordialità.

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