Secondo cesareo: è obbligatorio dopo il primo cesareo (con formazione di aderenze)?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Dottoressa Elisa Valmori Pubblicato il 19/04/2023 Aggiornato il 24/04/2023

Non è così automatico che dopo un primo cesareo si debba effettuare anche il secondo cesareo: se le condizioni lo consentono potrebbe essere possibile anche il parto naturale.

Una domanda di: Bruna
A febbraio 2022 ho fatto un parto cesareo d’urgenza perché mia figlia perdeva il battito cardiaco durante le contrazioni e aprendomi si sono accorti che aveva il cordone ombelicale attorcigliato al collo. Dal cesareo si sono formate le aderenze. Con mio marito vorremmo un altro bebè, dovrò fare per forza un altro cesareo oppure posso fare parto naturale? Se dovessi fare un altro parto cesareo mi si formeranno altre aderenze? Cordiali saluti.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora, che bello che lei desideri un’altra gravidanza e che suo marito sia dello stesso avviso! Noto che è passato solo un anno (ormai 14 mesi in realtà) dal parto precedente e visto che è stato un cesareo d’urgenza per battito fetale non rassicurante mi sembra ancora più meraviglioso che voi siate così aperti verso la Vita. La sua domanda rispetto alla modalità del prossimo parto è quanto mai opportuna. Solitamente si pensava che una donna che avesse partorito con un taglio cesareo, fosse destinata solo a quella modalità di parto nelle gravidanze successive. Per fortuna, non è detto che le cose debbano andare per forza in questo modo. Ci sono diversi rischi legati all’esecuzione del taglio cesareo e questi rischi (sia riguardo all’intervento in sé che alle possibili complicanze nelle gravidanze successive) rendono il parto per via vaginale una soluzione alternativa, caratterizzata da minori rischi e per la mamma e per il nascituro. Chiaramente, occorre una valutazione accurata da parte del ginecologo ospedaliero per valutare se la paziente sia o meno idonea al cosiddetto Travaglio di prova dopo taglio cesareo (TOLAC per gli amanti delle sigle ossia Trial Of Labour After Cesarean). Un requisito fondamentale per poter essere ammesse al TOLAC è l’intervallo tra i due parti: occorre che siano trascorsi almeno 15 mesi tra un cesareo e il travaglio di parto successivo, così da lasciare all’utero il tempo sufficiente per cicatrizzare la ferita del taglio cesareo prima di rimettersi nuovamente al lavoro con la nuova gravidanza. Poi il determinante maggiore per il successo del TOLAC è…la motivazione materna! Sembra incredibile ma è proprio così: volere è potere! Naturalmente occorre che il bimbo/a sia cefalico e poi vanno evitate le prostaglandine (farmaci che si utilizzano per l’induzione del travaglio di parto). Semplicemente, se lei desidera provare a partorire, le verrà fissato un taglio cesareo a 41 settimane invece che a 39 settimane, in modo da darle il tempo di mettersi in travaglio spontaneamente. Se poi dovesse aver bisogno di essere indotta per qualche motivo, si può comunque utilizzare il cosiddetto “palloncino” o catetere di Foley (induzione meccanica), l’amnioressi (ossia rottura delle membrane da parte di noi medici) ed infine la perfusione con l’ossitocina. Se poi, nonostante tutti gli sforzi, il parto dovesse comunque esitare nuovamente in un taglio cesareo, non sarà stata fatica sprecata: è stato dimostrato scientificamente che nascono più pronti ad adattarsi alla vita extrauterina i bimbi che hanno avuto l’esperienza del travaglio di parto, quale che sia stato poi il parto effettivamente. Questo anche perché le contrazioni uterine esercitano una specie di massaggio sui polmoni fetali e aiutano a liberarli dal liquido amniotico…la Natura non fa nulla a caso! Se lei dovesse sottoporsi ad un secondo cesareo, le aderenze attuali verrebbero probabilmente rimosse e poi andrebbero a riformarsi nuovamente. Dipende anche da come va il periodo post-operatorio: in caso di infezione pelvica, ci aspettiamo che le aderenze si formino in maniera estesa e tenace, ma a volte si trovano in soggetti predisposti che non abbiano avuto alcun segno di infezione post-cesareo. Spero di averle risposto e di esserle stata di aiuto, casomai volesse approfondire la tematica ho recentemente scoperto un testo proprio su questo argomento, le allego il link al blog dell’autrice, una grande ostetrica https://verenaschmid.eu/it/libri/partorire-dopo-un-cesareo-esperienze-e-strumenti-per-una-scelta-informata/ Cordialmente

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Cisti del dotto tireoglosso in una bimba di due anni: si deve operare?

30/05/2023 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Alessia Bertocchini

Le cisti del dotto tireoglosso vanno sempre rimosse chirurgicamente, quando farlo dipende dal numero di infiammazioni a cui vanno incontro. La decisione spetta comunque al chirurgo pediatra.   »

Broncospasmo: c’è un modo per prevenirlo?

29/05/2023 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

ll respiro con sibilo espiratorio spesso è legato a un'infezione virale respiratoria ed è molto comune nei bambini piccoli. Tende a sparire in età scolare ma se persiste rende oppurtuno effettuare un test cutaneo per le allergie.   »

Mancato concepimento: può essere colpa di un’incompatibilità di coppia?

29/05/2023 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

L'ipotesi che la gravidanza non si avvi a causa di un'incompatibilità di coppia è attraente per chi si occupa di infertilità, ma non ha alcun fondamento scientifico. Almeno per quanto si è scoperto fino a ora.   »

Dubbio sul valore dell’alfafetoproteina in gravidanza

22/05/2023 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Il dosaggio dell'alfafetoproteina con il miglioramento delle tecnica ecografica ha perso significato come indagine per individuare alcune malformazioni del feto, come la spina bifida.   »

Fai la tua domanda agli specialisti