Sertralina in gravidanza contro ansia e attacchi di panico: ci sono rischi?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 17/05/2022 Aggiornato il 19/05/2022

Durante la gravidanza, se necessario si possono assumere psicofarmaci della categoria degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) senza esporre il bambino a rischi. Ben peggio sarebbe non impiegarli quando ve ne è bisogno.

Una domanda di: Valentina
Salve, sono alla prima gravidanza e alla 17 settimana. Mi sono tornati ansia e attacchi di panico, ho sofferto in passato 12 anni fa curati con sertralina. Ora sono sempre più preoccupata e in ansia per ogni cosa, non riesco a stare sola anche. La psichiatra mi ha prescritto 50 mg di sertralina al giorno. Vorrei sapere che rischi ha sulla mia bambina, avrà sintomi di astinenza dopo del parto? Che sintomi hanno? Per quanto tempo si verificheranno? Ci sono anche problemi a lungo termini? Attendo con ansia la vostra risposta. Vi ringrazio.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, forza e coraggio! Dato che la solitudine le pesa, cerchi qualcuno che le faccia compagnia: abbiamo davvero bisogno tutti di essere accompagnati e ci illudiamo che si debba essere autonomi e indipendenti a tutti i costi. In realtà, anche per noi “grandi” i legami sono vitali tanto quanto lo è il cordone ombelicale per la sua bambina. Detto questo, ritengo indispensabile che lei sia seguita costantemente dalla psichiatra di fiducia durante la gravidanza, se possibile in accordo con il ginecologo curante. Qualora non fossero in accordo, le consiglio di metterli in contatto: vedrà che sarà tutto più semplice. Quanto ai farmaci, in gravidanza in caso di ansia si può scegliere tra la Venlafaxina oppure un farmaco della famiglia degli SSRI (come Paroxetina, Sertralina o Citalopram) che hanno anche il pregio di essere compatibili in allattamento. Questi farmaci non causano malformazioni e nemmeno crisi d’astinenza al nascituro (a differenza delle benzodiazepine quali En, Xanax, Tavor…) ma hanno una lunga latenza per essere efficaci: occorrono circa 3 settimane per poterne apprezzare l’effetto farmacologico. A volte noto nei colleghi una resistenza a concederli alle donne in gravidanza e anche una propensione a sospenderli in vista del parto: niente di più controproducente! A mio avviso, oltre a concederli in gravidanza (naturalmente valutando caso per caso la paziente) è opportuno proseguire il trattamento almeno fino ad allattamento inoltrato (tanto più che il passaggio di Sertralina nel latte è trascurabile ed è quindi compatibile anche in allattamento). In ogni caso, è fondamentale non trascurare il dosaggio di questi farmaci: in gravidanza si consiglia di assumere il “dosaggio minimo efficace”, ma questo non significa che le dosi di farmaco debbano essere ridotte rispetto al dosaggio normale dell’adulto, anzi! Quindi, per esempio, di Sertralina il dosaggio “medio” raccomandabile è di 75-150 mg/die, Paroxetina oppure Citalopram 20-40 mg/die, Venlafaxina 75-150 mg/die. E’ dunque importante che lei monitori l’efficacia della terapia su di sé in modo da riportare al Curante i suoi sintomi e valutare insieme se necessiti o meno di un aggiustamento nel dosaggio della terapia stessa. Presumo che la Sertralina sia l’unico farmaco che sta assumendo e che per il resto lei abbia uno stile di vita sano, evitando fumo e alcolici, dico bene? Mi sento quindi di assicurarle che la sua bimba starà bene anche proprio grazie a questa terapia: il bimbo sta bene se sta bene la sua mamma, è il mio motto preferito. Se è preoccupata, provi a “sfogarsi” parlandone con la sua bimba: loro ci ascoltano e ci leggono dentro come nessun altro! Vedrà che andrà tutto per il meglio, si fidi di chi la sta accompagnando e del suo istinto di mamma. Cordialmente.

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