Scrivo qua perché sono disperata oramai. Da giugno 2023 ho problemi intimi molto fastidiosi, sempre a giugno avevo iniziato ad usare l’anello per non avere gravidanze indesiderate, da quando l’ho messo ho iniziato ad avere dei forti dolori, proprio nella zona dove era inserito, cistite e prurito, questa cosa ha continuato per quasi un mese, allora decisi di toglierlo (non l’ho fatto prima perché pensavo fosse “normale”, che il corpo dovesse abituarsi) per sempre, pensando che una volta rimosso sarebbe tornato tutto a posto con calma. Invece a distanza di 9 mesi, le cose sono uguali se non peggio. Quando avevo l’anello era solo una forte cististe, quella che invece mi sto portando dietro da 9 lunghissimi mesi, inizio a pensare non sia più cistite, perché non sento l’urgenza di andare in bagno spesso, ma ho costantemente dei dolori, proprio dentro la vagina e prurito alle labbra, e quando finisco di urinare per almeno una mezz’ora od ora buona ho una sensazione a tutto il corpo veramente terribile, mi vengono addirittura i brividi e vampate di freddo, è come se dopo che urino avessi ancora 5 litri dentro. Mi scappa la pipì, normalmente, non urgenza che devo correre o la faccio sotto, una volta urinato quando finisco, mi torna immediatamente una sensazione come se ne avessi ancora, ma in quel caso come se ne avessi tantissima e che non riesci a trattenerla, ma ovviamente l’ho appena fatta e non ho nulla oltre a tremore e dolore. I rapporti intimi sono molto pochi e quei pochi sono dolorosissimi, le rare volte che non sento dolore, dopo 5 minuti inizia… sto per impazzire non ce la faccio più.
Claudio Ivan Brambilla
Cara Samanta, prima di tutto voglio dirle che mi dispiace davvero per quanto sta vivendo, comprendo che la sua situazione sia invalidante e peggiorativa della qualità della vita quindi senza dubbio bisogna fare qualcosa. Anche io ritengo che i sintomi che descrive difficilmente siano in relazione con l’anello contraccettivo. L’anello contraccettivo può avere come effetto collaterale, sia pure raro, la cistite, ma ora è passato molto tempo da quando ha smesso di usarlo quindi è verosimile che non c’entri più con i suoi disturbi. In casi come il suo, la prima cosa da fare è eseguire due indagini fondamentali: l’urinocoltura e un tampone vaginale. Dobbiamo cioè escludere con sicurezza che a causare tutti questi sintomi sia qualche agente infettivo, la Clamidia, per esempio, o l’Escherichia coli. Nel caso in cui non emergesse nulla (ma questo va verificato, non posso azzardare ipotesi) potremmo pensare alla cistite interstiziale che dà la maggior parte dei sintomi che lei descrive. Purtroppo di questa forma di cistite si sa pochissimo in relazione alle cause e la diagnosi viene fatta per esclusione, perché non ci sono indagini particolari che permettano di identificarla. In pratica, dopo aver verificato che i sintomi non siano dovuti a un’infiammazione da agenti infettivi si è autorizzati a pensare alla cistite interstiziale. Di cure specifiche non ce ne sono, cioè non esistono farmaci che aiutino. Può molto, invece, agire sullo stile di vita e, in particolare, sull’alimentazione: caffeina, alcol, bevande gassate e zuccherate devono essere eliminate. Lo stesso vale per i cibi speziati o piccanti. In generale, l’alimentazione deve essere varia, ben bilanciata e sana. Grande importanza riveste prestare attenzione a quali alimenti possono far peggiorare i sintomi, per poi eliminarli. A volte si può trattare anche di un frutto, come per esempio il kiwi, oppure di un ortaggio, come per esempio il pomodoro. Sebbene non sia mai stata dimostrata con prove scientificamente accettabili la relazione con lo stress, si è autorizzati a ipotizzare che meno se ne accumula meglio è, anche (e non solo!) in caso di cistite interstiziale. Direi dunque che potrebbe esserle d’aiuto fare yoga e imparare e poi attuare qualche tecnica di rilassamento. Comprendo comunque perfettamente che è la sua stessa condizione, così difficile e dolorosa, a causare stress quindi occorre spezzare il circolo vizioso: lo stress può peggiorare la situazione ma è la situazione stessa a generare stress. Il mio consiglio è quello di effettuare subito gli esami che le ho indicato (tampone vaginale e urinocoltura), dopodiché sarà opportuno che lei si rivolga a un urologo per fare il punto della situazione e verificare con lui se davvero l’ipotesi di cistite interstiziale possa essere presa in considerazione. Quello che ci serve ora è, infatti, avere una diagnosi, perché solo così diventa possibile pianificare una strategia terapeutica che possa davvero rivelarsi efficace. Nel frattempo però elimini drasticamente l’alcol, il caffè, tutte le spezie, le bevande gassate e zuccherate. Cordialmente.
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