Sospetta mola: cosa si deve fare?

Dottor Gaetano Perrini A cura di Gaetano Perrini - Dottore specialista in Ginecologia Pubblicato il 14/03/2024 Aggiornato il 14/03/2024

La mola vescicolare è una complicazione della gravidanza, in presenza della quale l'embrione non si forma e la placenta cresce in modo anomalo. Rimuoverla mediante isterosuzione è quasi sempre necessario.

Una domanda di: Mario
Scrivo perché mia moglie ed io stiamo cercando il terzo bimbo. Lei ha 34 anni, abbiamo già due splendidi figli di 2 e 4 anni a seguito di
due gravidanze senza alcun problema. Lei era rimasta incinta lo scorso settembre del nostro terzo figlio, purtroppo la gravidanza si è interrotta spontaneamente al terzo mese per aborto interno. Il bimbo non aveva più battito e l’abbiamo perso pochi giorni dopo, a casa. No istologico.
Abbiamo atteso fino allo scorso mese (Febbraio) per riprovarci ed è iniziata una nuova gravidanza. La gioia è durata poco. A seguito di alcune piccole
perdite ematiche, per scrupolo, siamo andati in ospedale dove hanno fatto subito un dosaggio delle beta (922) e, il mattino seguente, un’ecografia
di II livello, il cui referto è il seguente: “Utero in asse, lungo 80mm, con profilo ed ecostruttura regolare. Non si evidenziamo immagini riferibili a CO all’interno della cavità uterina. Echi endo-cavitari ecogeni iperecogeni disomogenei per la presenza di minute vacuolizzazioni con spessore massimo di 17mm, attualmente di incerta
interpretazione considerato anche il dosaggio Beta-HCG di 922 UI/L (nota: il prelievo risale alla sera prima dell’ecografia). Ovaie bilateralmente con
regolari dimensioni ed ecostruttura. Non si evidenziano immagini ecografiche riferibili a versamento in sede pelvica e/o a tumefazioni in sede annessiale. Si re-invia la signora al Pronto Soccorso. Il medico dell’ecografia ha lasciato aperte tutte le strade. Sospetta una mola ma ci ha anche detto che tutte le strade sono aperte. A suo dire,
potrebbe anche essere l’inizio di una gravidanza fisiologica, soprattuto viste le beta basse. Inoltre mia moglie ha cicli lunghi con ovulazione
tardiva. Il medico del PS che ha visitato successivamente mia moglie, con eco alla mano, è invece stato perentorio. Nonostante le beta basse, ritiene
si tratti certamente di una mola e ha richiesto un nuovo prelievo delle beta alla fine della settimana successiva (8 giorni dopo la visita). “Non
c’è fretta”, ha aggiunto.
Vengo ai dubbi: le beta basse sono un buona notizia? Le abbiamo ripetute privatamente poco più di 4 giorni dopo, ed erano 2199. Mia moglie per il momento
sta bene, ha però piccole perdite ematiche soprattuto al mattino. Un quadro del genere può lasciare ancora sperare in un gravidanza fisiologica o in
qualcosa più “tranquillo” di una mola?
Ho letto della mola, e temo prima di tutto per la salute di mia moglie. E poi, dopo una cosa del genere, penso proprio che non avremo mai più il
coraggio e le condizioni per riprovarci. Ma questo è assolutamente secondario ora. Il fatto è che non ci aspettavamo un altro problema dopo
l’aborto di inizio novembre. Soprattutto, non un problema del genere. Come potrete immaginare, siamo a pezzi. Ogni chiarimento è più che apprezzato. Grazie e scusate per le note di sconforto unite alla cronaca clinica.

Dottor Gaetano Perrini
Dottor Gaetano Perrini

Gentile Mario,
purtroppo qualche volta dopo un aborto spontaneo può persistere all’interno della cavità dell’utero una piccola quota di tessuto che, nelle settimane successive, può dar luogo a delle perdite di muco sangue e, allo stesso tempo, mantenere le beta prodotte dalla gravidanza. Quanto da lei descritto tuttavia merita, come le hanno correttamente spiegato i medici che l’hanno avuta in cura, un pochino più di attenzione in quanto la persistenza delle beta in assenza di una gravidanza in evoluzione visibile (con l’ecografia) possono fare ipotizzare che il tessuto rimasto all’interno della cavità dell’utero si possa essere trasformato e alterato e abbia iniziato a produrre la sostanza che viene trovata nel sangue. Questo tipo di trasformazione, non prevedibile, merita ovviamente una valutazione clinica approfondita in quanto talvolta può portare alla decisione di effettuare delle terapie per contrastare la crescita di questo tessuto. Pertanto è possibile che sia necessario effettuare un prelievo all’interno della cavità dell’utero proprio per escludere la degenerazione di quel tessuto. Comprenderà quindi che è necessario continuare a effettuare i controlli dai colleghi che l’hanno avuta in cura in modo da approfondire verificare e decidere eventuali successivi passaggi. Capisco perfettamente lo sconforto legato alla perdita di una gravidanza tanto desiderata, ma è anche vero che in questo momento diventa un problema secondario: la priorità è un’altra come lei ben sa. Si affidi quindi serenamente alle cure dei colleghi che stanno gestendo correttamente questa situazione difficile ma sicuramente superabile. Cari saluti.

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