Sulla posizione della placenta

Dottor Gaetano Perrini A cura di Gaetano Perrini - Dottore specialista in Ginecologia Pubblicato il 02/11/2020 Aggiornato il 02/11/2020

La placenta tende a spostarsi dai pressi dell'orifizio uterino interno a mano a mano che l'utero aumenta di volume. Può accadere però che, anche con il passare delle settimane, rimanga in una posizione che può ostacolare il parto.

Una domanda di: Marcella
Salve, sono alla 25 settimana di gravidanza. Alla morfologica mi hanno trovato la placenta bassa che arriva a lambire l’OUI Orifizio uterino interno n.d.r.). Ho letto che bisogna evitare sforzi ma avendo un bimbo di due anni e mezzo ed essendo sola ho dovuto prenderlo in braccio. Rischio emorragie? Se la placenta dovesse essere risalita potrebbe riscendere con gli sforzi fatti o una volta risalita non scende più? Grazie.

Dottor Gaetano Perrini
Dottor Gaetano Perrini

Buongiorno signora, l’inserzione della placenta può essere variabile, rappresenta il punto di impianto dell’uovo fecondato che gradatamente, nell’arco delle settimane, si organizza a costituire un organo a sé stante che è la placenta. Pertanto potrà essere anteriore, posteriore, laterale, fundica e in relazione alla distanza dall’orifizio uterino interno potrà essere bassa o previa. Quando si è costituito l’organo placentare che macroscopicamente potrebbe essere paragonabile ad una formazione ovalare, a seconda che il margine di questa formazione sia vicino all’orifizio uterino interno o sopra l’orifizio uterino interno la placenta viene definita placenta previa marginale quando è vicino all’orifizio
La placenta è previa centrale quando ricopre completamente l’orifizio uterino. Nei casi di placenta marginale l’organo tende con la crescita e l’allungamento della parete dell’utero a spostarsi relativamente alla sua crescita allontanandosi dall’orifizio e non divenendo quasi sempre nel tempo un problema per il decorso della gravidanza ed il tipo di parto. Per quel che invece riguarda la placenta previa centrale ovviamente è associata a delle potenziali situazioni di estremo rischio in quanto può precocemente staccarsi dalla zona di inserzione instabile rispetto ad altre, e determinare purtroppo grossi problemi al momento del parto alla madre e al bambino. In relazione a tutto ciò le auguro ovviamente un decorso della gravidanza regolare e fisiologico.
Cordiali saluti.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti