Sulla riuscita della PMA

Dottor Francesco Maria Fusi A cura di Francesco Maria Fusi - Dottore specialista in Ginecologia Pubblicato il 16/05/2019 Aggiornato il 27/05/2019

Il successo della procreazione medicalmente assistita dipende strettamente dall'età della donna.

Una domanda di: Chiara
Io e mio marito siamo portatori di una malattia rara e abbiamo deciso di fare la PMA con la diagnosi preimpianto che inizieremo tra un paio di mesi.
Io ho 29 anni mentre mio marito ne ha 43, ma ha gli esami spermatici perfetti. Io non posso averne la certezza perché assumo la pillola per
l’ovaio policistico, ma in teoria nemmeno io dovrei avere particolari problemi. Secondo lei, entro quante volte l’embrione potrebbe attecchire?
Quante possibilità ci sono che possa avvenire anche al primo tentativo?
Grazie mille!

Francesco Maria Fusi
Francesco Maria Fusi

Gentile signora,
il successo della procreazione medicalmente assistita dipende strettamente anche dall’età della donna. Lei ha 29 anni e questo dato anagrafico
autorizza a prevedere un buon risultato fin dal primo tentativo. Inoltre, da quanto si può capire, voi non siete una coppia sterile, e questo è anche
prognosticamente favorevole. Indicativamente, le percentuali di successo al primo tentativo di fecondazione in vitro con successivo trasferimento degli
embrioni allo stadio di blastocisti sono comprese tra il 30 e il 45%. Tenga presente che le probabilità di successo della fecondazione assistita
diminuiscono, rispetto alle probabilità di partenza, dal 4°-5° tentativo in avanti. In genere, in una signora affetta da micropolicistosi ovarica, il
numero di blastocisti sane che si possono ottenere è superiore a tre-quattro, pertanto si può pensare di potere eseguire diversi tentativi di
embryo-transfer con una sola stimolazione e prelievo ovocitario. Con cordialità.

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