Sull’uso dell’antibiotico per la stenosi del condotto lacrimale

Dottor Leo Venturelli A cura di Leo Venturelli - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 28/12/2020 Aggiornato il 28/12/2020

Quando il pediatra prescrive un farmaco che suscita perplessità è più che opportuno chiedergli le spiegazioni di cui si sente la necessità.

Una domanda di: Valentina
Mio figlio di 4 mesi é nato con entrambi i condotti lacrimali ostruiti.
Dalla nascita ha già effettuato 6 cicli di antibiotico di una settimana (tranne uno di 10 gg) con vari colliri: tobramicina, ofloxacina,
levofloxacina. Più massaggi oculari e pulizia. Finalmente un condotto si è
completamente aperto, e l altro quasi. Spero quindi che finalmente non dovrà
più fare terapia antibiotica o almeno non così frequentemente ma mi chiedevo
se tutti questo cicli di collirio antibiotico possano aver avuto qualche
effetto collaterale e se si quale ( a parte antibioticoresistenza). In
generale se possano essere stati dannosi per la salute di mio figlio e
possano dare qualche conseguenza. Grazie.
Leo Venturelli
Leo Venturelli

Gli antibiotici in generale devono essere usati seguendo il parere del medico e solo quando diventano necessari. Di fatto entrano nell’organismo e quindi, oltre alla antibiotico resistenza, possono alterare la normale flora batterica intestinale e “pesare” sulla funzione epatica e renale.
I colliri ovviamente, vista la via di somministrazione e la quantità utilizzata, presentano meno effetti generalizzati. Comunque vige sempre il discorso sulla prudenza e delle possibili alternative. A una sua precedente domanda avevo così risposto, in relazione all’utilizzo continuo dell’antibiotico: “verifichi se riesce a evitare il ricorso costante alle cure in collirio antibiotico, cercando di intervenire costantemente anche più volte al giorno con la pulizia oculare e contemporaneo con un lieve massaggio ai bordi dell’occhio interessato dalla stenosi del canalino”. Ritengo che lei lo abbia fatto e che dunque se ha continuato a usare l’antibiotico è perché il pediatra curante lo ha suggerito. Oggi mi ha scritto un’altra lettera sempre esprimendo il dubbio circa l’uso dei colliri antibiotici: francamente non so che dirle di più, già le ho esposto il mio pensiero che vale in generale e non nel caso particolare di suo figlio (che non ho modo di visitare). Le consiglio quindi di confrontarsi con il suo pediatra che, avendo prescritto i colliri, saprà anche spiegarle la ragione della sua scelta terapeutica sciogliendo così ogni suo dubbio.

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