Terzo cesareo dopo un problema di atonia uterina

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 31/08/2020 Aggiornato il 03/09/2020

Non si può negare che il terzo cesareo, specialmente quando il secondo ha causato particolari problemi, espone a dei rischi. Tuttavia un monitoraggio attento della gravidanza può limitarli.

Una domanda di: Antonella
Ho 35 anni e due bambini un 2010 e un 2015, entrambi nati con cesareo, l’ultimo aggravato da atonia uterina ed emoraggia, per fortuna arrestatasi autonomamente senza bisogno di trasfusioni. A distanza di 5 anni io e mio marito stiamo pensando al terzo. Vorrei un parere medico riguardo l’intervento e i rischi che corro. Poi vorrei sapere come interrompere la pillola klaira che prendo da 5 anni e in che modo e tempi iniziare a provarci dalla sospensione del contraccettivo. Grazie.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora, le posso dire che un terzo cesareo comporta sì dei rischi lievemente maggiori rispetto ad un primo o un secondo cesareo, ma si tratta pur sempre di mettere al mondo un figlio e una mamma sa bene che la vita dei propri figli non ha prezzo.
Di solito, un fattore decisivo per ridurre il rischio di complicanze dopo un taglio cesareo, è distanziare nel tempo la nascita del figlio successivo e in questo direi che voi siete stati esemplari.
Poi si tratterà di vedere durante la gravidanza dove si inserisce la placenta (potrebbe localizzarsi in sede troppo bassa per via degli interventi precedenti e questo comporterebbe un monitoraggio ecografico specifico) e se il tessuto in corrispondenza della cicatrice uterina tende o meno ad assottigliarsi, mettendo a rischio di rottura il suo utero anche al di fuori del travaglio di parto. Anche questo tipo di informazione si può rilevare alla semplice ecografia che ormai è strumento indispensabile per monitorare il buon andamento della gravidanza.
Inoltre, avendo lei già avuto un’emorragia da atonia uterina, è possibile che in sede di cesareo le somministrino dell’ossitocina in vena per mantenere l’utero contratto, evitando il ripetersi dell’emorragia stessa. Come in tutti gli interventi chirurgici, anche in caso di taglio cesareo si chiede sempre alle pazienti di firmare il consenso informato ad un’eventuale trasfusione di sangue…di cui ci si augura sempre di non aver bisogno!
Nel caso di un terzo cesareo, bisogna anche tener presente il rischio che si siano formate delle aderenze tra l’utero e i tessuti circostanti (fasce della parete addominale, vescica ed anse intestinali per lo più) che potrebbero allungare i tempi di estrazione del bambino in sede intraoperatoria e comportare delle lesioni agli organi stessi nei casi più complicati.
Mi sembra di averle dato un elenco piuttosto lungo dei possibili rischi, anche se presumo le fossero già stati illustrati in occasione dei due cesarei precedenti (ma di solito si dimentica praticamente tutto tra una gravidanza e l’altra, quindi come dice il detto “repetita iuvant!”) e spero di non averle tolto il desiderio di intraprendere questa avventura bellissima.
Quanto alla sospensione della pillola, di solito si consiglia di concludere il blister fino all’arrivo della mestruazione e poi se lo si desidera si può iniziare subito a ricercare la gravidanza ricordandosi di assumere ogni giorno 1 compressa da 400 microgrammi di acido folico, lontana da the e latticini.
Resto a disposizione se desidera, spero di averla aiutata, cordialmente.

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