Test di Coombs positivo: che rischi per il bimbo?

Dottor Leo Venturelli A cura di Leo Venturelli - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 01/10/2019 Aggiornato il 01/10/2019

Se il test di Coombs effettuato sulla madre durante la gravidanza risulta positivo, sul neonato vengono effettuati controlli per escludere che sia interessato da una particolare forma di anemia, detta emolitica.

Una domanda di: Francy
Neonati con test di Coombs positivo: sono malati? Perché sono positivi? Cosa è necessario fare? Quali sono le conseguenze? Grazie.
Leo Venturelli
Leo Venturelli

Gentile signora,
il test di Coombs si fa alla nascita, in genere quando si sospetta che il neonato sia interessato da una forma di anemia (anemia emolitica) e può risultare positivo quando c’è incompatibilità tra il sangue della mamma e il sangue del feto. I rischi di ittero e malattia emolitica neonatale sono quasi esclusivamente legati al fattore Rh (madre Rh negativo e feto Rh positivo) eventualità in genere già conosciuta e seguita in gravidanza (in gravidanza si effettua sulla madre il test di Coombs indiretto, che serve per valutare se l’organismo della madre ha sviluppato anticorpi che possono distruggere i globuli rossi del bambino, causando appunto l’anemia emolitica).
Più frequenti ma meno pericolose le situazioni di incompatibilità nell’ambito del sistema AB0 che possono determinare lieve ittero neonatale. Una volta superati i potenziali rischi che si evidenziano alla nascita non vi sono altre possibili conseguenze per il bambino. Va detto che in caso di trasfusioni, la positività al test di Coombs è sempre ben tenuta in particolare considerazione dai centri trasfusionali. Con cordialità.

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