Tosse tremenda dopo ogni raffreddore: si può prevenire?

Professor Giorgio Longo A cura di Giorgio Longo - Professore specialista in Pediatria Pubblicato il 28/06/2021 Aggiornato il 05/07/2021

La tosse non deve essere temuta nè contrastata: è un pedaggio obbligato che il bimbo paga quando inizia a frequentare i coetanei. Somministrare l'antibiotico ogni volta che compare sarebbe un errore.

Una domanda di: Francesca
Ho una bimba di 4 anni, ogni volta che ha anche un banale
raffreddore subito dopo le compare una tremenda tosse, dapprima secca poi
sempre piu grassa- E’ da circa 9 mesi che purtroppo a mesi alterni, per non dire
ogni mese ha di questi episodi, i pediatri mi consigliano antibiotici, ma
posso bombardarla già così piccola di antibiotici? E nessuno fino ad ora è
mai riuscito a trovarne la causa, non so più come poterla aiutare, grazie!

Giorgio Longo
Giorgio Longo

Cara signora,
può comprendere che la mia può essere solo una risposta di orientamento. Le cose da sapere sono queste:
1) nell’età della prima socializzazione (frequenza asili nido e scuola materna) e nei mesi freddi dell’anno, le infezioni respiratorie ricorrenti (virali) sono un pedaggio che non si può non pagare. Più o meno un nuovo virus ogni 20 giorni sono l’atteso.
2) I sintomi sono perlopiù stereotipati: naso più o meno chiuso e moccolante; spesso senza, o con poco rialzo febbrile (sono in causa i rinovirus, virus deboli), la tosse è secca per i primi 2-3 giorni, seguita da tosse catarrale (come giustamente da lei segnalato).
3) Un “banale raffreddore” appunto. Ma per alcuni genitori (come nel suo caso) è la tosse a preoccupare. E questo succede essenzialmente per due motivi: perché la tosse tende a durare troppo a lungo; oppure perché è una tosse troppo disturbante, troppo insistente, che non fa dormire.
4) Nel primo caso si tratta di una tosse “grassa”, catarrale. Una tosse che non deve essere temuta, ma specialmente non deve essere contrastata (la tosse è fondamentale per pulire i bronchi dal catarro). Per questo non vanno utilizzati mai i “sedativi della tosse”, né fatto l’errore di riprendere il bambino con il classico “non correre che ti vien la tosse”; perché è proprio correndo che più e meglio tossirà e così farà prima a ripulire i bronchi e guarire. Oltre a questo è importante sapere che la durata attesa della tosse catarrale che segue il comune raffreddore è di 10 giorni, ma ci vogliono 3 settimane perché sia guarito il 90% dei bambini. Quindi in questo ci si deve attendere una larga variabilità individuale e non aver fretta di fare qualcoisa. Un trattamento antibiotico va considerato solo quando la tosse catarrale rimane invariata (senza tendenza a recedere) per più di un mese.
5) Nel secondo caso il bambino (o la bambina) preoccupa, non per la troppa lungaggine della tosse, ma per l’eccessiva intensità della stessa. Ad ogni banale raffreddore la tosse secca, quella dei primi 3-4 giorni, si ripresenta inesorabilmente “terribile” (sempre al massimo): insistente, squassante, con timbro tracheale, auto-amplificante (più tossisce, più si irrita e più gli vien di tossire); niente di quello che il pediatra ha provato a fare o consigliare (aerosol di vari farmaci antiasmatici, sedativi, antibiotici e così via) è risultato realmente efficace. A volte con la tosse così stressante il bambino vomita e per un po’ si calma, ma poi inesorabilmente riprende. Questa tosse che noi etichettiamo con l’acronimo S.I.R.T. (Sindrome da Ipersensibilità dei Recettori della Tosse) è una vera “calamità”. Ma i genitori possono stare tranquilli: non è una malattia, non evolve in nessuna malattia, e tende a svanire con l’avanzare dell’età scolare. Però bisogna mettersi il cuore in pace e sapere che nessuna medicina può servire: si tratta di è una caratteristica personale non correggibile, che porta i recettori della tosse ad essere troppo sensibili (troppo efficaci). Quindi accettare che il bambino/a così farà ancora per qualche anno e nelle notti “terribili” della tosse sapersi arrangiare con il miele, liberare il nasino, far dormire con due cuscini e con la finestra aperta (i vecchi consigli della nonna): nulla può succedere, né in fase acuta, né in futuro.
Nel suo caso, delle due penserei piuttosto a questa seconda che è la più frequente delle tossi che “preoccupano”.
Cari saluti.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Battito lento nell’embrione: proseguirà la gravidanza?

30/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Il cuoricino dell'embrione può battere lentamente senza che questo sia per forza un brutto segno. Comunque sia, per sapere se la gravidanza evolverà si deve attendere il trascorrere dei giorni.   »

Sanguinamento per tutto il primo trimestre di gravidanza

30/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In caso di perdite ematiche che si protraggono per settimane, a giudizio del ginecologo curante può essere opportuno anche effettuare un tampone vaginale per escludere la presenza di microbi. Inoltre, può servire un'integrazione di magnesio, mentre non occorre stare a riposo assoluto.   »

Contraccezione: si deve usare a 50 anni?

23/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Eleonora Porcu

Dare inizio a una gravidanza in prossimità della menopausa è altamente improbabile, tuttavia in medicina non si può dire "mai" in maniera assoluta, quindi l'uso del profilattico anche a 50 anni (con mestruazioni ancora regolari) è consigliabile.   »

Prosciutto cotto: espone al rischio di toxoplasmosi?

23/06/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il prosciutto cotto è un salume consentito in gravidanza perché, appunto, come dice il suo nome, è cotto. Meglio comunque quando si ha il dubbio che un alimento sia pericoloso trovare la risposta prima di assumerlo perché dopo può essere tardi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti