Trigliceridi e diabete: quale relazione?

Professor Gianni Bona A cura di Gianni Bona - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 06/07/2020 Aggiornato il 06/07/2020

I trigleceridi alti sono spesso associati a un altrettanto elevato valore della glicemia (concentrazione di zucchero nel sangue).

Una domanda di: Luca
Gentile professore,
io la seguo sempre e oggi vorrei sottoporle un quesito su un argomento che mi ha sempre incuriosito. Qual è la relazione tra trigliceridi e diabete?
Perché il mio medico di base mi ha detto che rischio il diabete perché ho i trigliceridi a 400? Grazie mille.

Gianni Bona
Gianni Bona

Gentile lettore,
i trigliceridi alti, cioè che superano di molto il valore di 150 milligrammi per decilitro di sangue, che rappresentano la soglia della normalità, sono
un fattore di rischio per il diabete e anche per le malattie cardiovascolari in quanto espressione di un’alimentazione scorretta, troppo ricca dii
zuccheri semplici (o di alcolici). E’ dunque altamente probabile che se i trigliceridi sono alti lo sia anche la glicemia, cioè il livello di zucchero
nel sangue. Un valore della glicemia compreso tra 100 e 125 milligrammi per decilitro di sangue segnala un alto rischio di sviluppare il diabete ed è infatti definita “condizione di pre-diabete” mentre se è superiore a 126 milligrammi per decilitro di sangue sancisce che la malattia è già comparsa. Il valore dei trigliceridi quale segnale d’allarme
per il diabete va dunque preso in considerazione insieme ad altri parametri e tra questi, oltre alla glicemia, ci sono anche il colesterolo e il peso
corporeo. Comunque sia, a fronte di un valore dei trigliceridi alto per prima cosa è opportuno effettuare altre indagini (analisi completa del sangue
e misurazione della pressione), che di sicuro il suo medico le avrà già prescritto, e, allo stesso tempo, iniziare a seguire un’alimentazione corretta, in cui gli
zuccheri semplici (zucchero bianco) viene eliminato e i grassi animali ridotti al massimo. Ne conseguirà una diminuzione di peso che si rifletterà
in modo positivo sui valori del sangue. D’obbligo inoltre è fare attività fisica: basta camminare un minimo di 40 minuti al giorno tutti i giorni per ottenere grandi benefici per la salute. Con
cordialità.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti