In gravidanza, un eccesso di folati può causare autismo?
A cura di
Antonio Clavenna - Dottore specialista in Farmacia
Pubblicato il 08/03/2021
Aggiornato il 27/05/2025 Non è mai stata confermata l'associazione tra disturbi dello spettro autistico del bambino e assunzione eccessiva di folati nel corso della gestazione.
Una domanda di: Anna
Salve sono alla fine del 4 mese e dall’inizio della gravidanza assumo folina
5mg e a giorni alternati multicentrum materna dha 400 mcg. Volevo sapere se
ho creato sovradosaggio di folati che può provocare autismo.

Antonio Clavenna
Gentile Anna,
al momento non ci sono dati scientifici conclusivi sull’associazione tra l’assunzione di dosi elevate di acido folico in gravidanza e un aumento del rischio di disturbi dello spettro autistico.
Alcuni studi, con limiti di tipo metodologico, hanno segnalato questa possibilità, non confermata, però, da altre analisi.
Sulla base delle prove scientifiche disponibili non ci sono, quindi, particolari motivi di preoccupazione.
E’ comunque una norma di prudenza e di buonsenso attenersi alla raccomandazione di assumere come supplementazione quotidiana 400 microgrammi di acido folico. Esistono medicinali rimborsati dal servizio sanitario nazionale che contengono questo dosaggio e che possono essere prescritti dal medico.
Una dose di acido folico maggiore può essere consigliabile per le donne con un rischio aumentato di malformazioni (per esempio, neonati con difetti del tubo neurale in gravidanze precedenti). Dunque a maggior ragione può stare tranquilla se è stato il medico a prescriverle gli integratori. Con cordialità.
Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.
Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto
Sullo stesso argomento
07/04/2025
Gli Specialisti Rispondono
di Dottor Giorgio Rossi Quando si ha il sospetto che certi atteggiamenti del proprio bambino esprimano la presenza di un disturbo dello spettro autistico è bene innanzi tutto confrontarsi con il pediatra curante e poi, anche in base al suo parere, rivolgersi a un neuropsichiatra infantile. »
03/04/2025
Gli Specialisti Rispondono
di Dottor Giorgio Rossi Per avere suggerimenti su come gestire i comportamenti difficili di un bambino di sei anni con disturbo dello spettro autistico occorre innanzi tutto rivolgersi a un neuropsichiatra infantile "in presenza". »
27/03/2025
Gli Specialisti Rispondono
di Dottoressa Angela Raimo A distanza e potendo contare su poche informazioni non è possibile fare una diagnosi così delicata come lo è quella di disturbo dello spettro autistico. Tuttavia, la presenza di un solo atteggiamento diverso dall'atteso non potrebbe comunque bastare. »
10/03/2025
Gli Specialisti Rispondono
di Dottoressa Angela Raimo Non basta un unico segno per stabilire se un bambino ha un problema di autismo, ma sono vari i comportamenti che vanno analizzati: spetta comunque al pediatra curante stabilire se è opportuno richiedere il parere di un neuropsichiatra infantile. »
24/02/2025
Gli Specialisti Rispondono
di Dottor Giorgio Rossi I progressi in caso di ritardo nello sviluppo psicomotorio sono sempre graduali, per cui è opportuno attenderli con pazienza, senza avere fretta. »
Le domande della settimana
14/07/2025
Gli Specialisti Rispondono
di Dottoressa Elisa Valmori Nel secondo trimestre la placenta provvede abbondantemente a produrre gli ormoni utili alla gravidanza, quindi non sono più necessari apporti esterni. »
14/07/2025
Gli Specialisti Rispondono
di Dottoressa Antonella Di Stefano Se il neonato si attacca al seno con vigore e dai controlli effettuati alla nascita e nelle settimane successive non emerge nulla di anomalo, non è opportuno attribuire una valenza importante al fatto che subito dopo il parto il suo pianto sia stato flebile. »
07/07/2025
Gli Specialisti Rispondono
di Dottor Fabrizio Pregliasco Gli anticorpi IgG positivi segnalano che in passato ci si è ammalate di toxoplasmosi (quindi si è immunizzate), mentre gli anticorpi IgM positivi indicano che tale infezione è in corso (o comunque è stata sviluppata di recente). Se entrambi i tipi risultano negativi vuol dire che non si è immuni. »
Fai la tua domanda agli specialisti