Uso di crack e allattamento: sono compatibili?

A cura di Claudio Migliori - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 25/07/2023 Aggiornato il 25/07/2023

L'Academy of Breastfeeding Medicine suggerisce che le donne che hanno abusato di cocaina nel corso della gravidanza non dovrebbero allattare al seno a meno che non abbiano una tossicologia urinaria negativa al momento del parto e siano "pulite" da almeno 90 giorni.

Una domanda di: Eleonora
Buongiorno dottore, vorrei chiederle un’informazione sull’uso di droga nel terzo trimestre di gravidanza (crack). Incinta di 35 settimane quando nasce il bambino posso allattare? Chiedo per una mia amica non per me.

Claudio Migliori
Claudio Migliori

Buongiorno, sebbene non siano disponibili dati sull’uso medico della cocaina e del crack nelle madri che allattano, in quanto le donne che assumono tali sostanze non sono disposte ad essere sottoposte ad analisi e studi controllati, se non altro per le implicazioni legali che tali pratiche comportano, per via della sua natura chimica la cocaina e i suoi metaboliti risultano rilevabili nel latte materno. Le concentrazioni nel latte possono variare ampiamente e i neonati sono estremamente sensibili a tali sostanze perché non hanno ancora sviluppato l’enzima che la inattiva. Sono state, quindi, riportate gravi reazioni avverse. Quindi la cocaina, sia assunta per via nasale, iniettata o fumata (“crack”) non deve essere consumata né dalle madri che allattano, né da chiunque si trovi nelle vicinanze dei neonati, perché potrebbero essere esposti all’inalazione del fumo e sviluppare reazioni patologiche. Inoltre l’Academy of Breastfeeding Medicine suggerisce che le donne che hanno abusato di cocaina nel corso della gravidanza non dovrebbero allattare al seno a meno che non abbiano una tossicologia urinaria negativa al momento del parto e siano state in astinenza da tale assunzione per almeno 90 giorni. Saluti.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti