Vaccinazione anti CoVid-19 e rischio di eventi trombolitici

Dottor Rocco Russo A cura di Rocco Russo - Dottore specialista in Pediatria Pubblicato il 25/03/2021 Aggiornato il 28/03/2021

I benefici legati alla vaccinazione contro l'infezione causata dal Coronavirus superano di gran lunga i rischi legati allo sviluppo della malattia.

Una domanda di: Valentina
Buongiorno, io ho 32 anni e da sempre ho le piastrine un po’ basse (sui 130). A breve dovrò vaccinarmi contro il CoVid e probabilente mi faranno astrazeneca. Ho letto che per le donne giovani e con piastrine basse, può aumentare il rischio di evnti avversi. 130 può considerarsi un valore basso di piastrine? (valori di riferimento 140/450).
2) sempre riguardo al vaccino ho letto che non viene fatto astrazeneca ma Pfizer a chi ha mutazioni genetiche per trombofilia (a due mie amiche hanno fatto Pfizer proprio per questo motivo) es mthfr, fattore V di Leiden, pai… io non ho mai fatto questi esami quindi non so se sono portatrice. So solo che in passato ho fatto protrimbina, antitrombina, proteina s e resistenza alla proteina c, fibrinogeno e inr sempre nella norma. Sarebbe prudente sottopormi anche agli ulteriori test per escludere mutazioni (anche privatamente lo farei se fosse utile). Premetto che soffro di emicrania senza aura, non so se c’entri qualcosa. Grazie.

Rocco Russo
Rocco Russo

Gentile Signora,
a tutt’oggi il vaccino COVID-19 AstraZeneca non risulta essere associato ad un aumento del rischio complessivo di coaguli di sangue (eventi
tromboembolici) in coloro che lo ricevono.
È bene tenere presente che i benefici dello stesso vaccino nel combattere la minaccia ancora diffusa della malattia da COVID-19 (che a sua volta provoca realmente problemi di coagulazione e può essere fatale) continuano a superare di gran lunga i rischi dei teorici eventi tromboembolici, riportati dopo la somministrazione di milioni di dosi; in ogni caso da parte degli Enti nazionali ed internazionali preposti alla Farmacovigilanza, continua ad essere sempre attivo un attento monitoraggio della sicurezza delle eventuali segnalazioni dei disturbi coagulativi postvaccinici.
Dal momento che per qualunque atto medico non esiste “rischio zero”, nella piena consapevolezza della remota possibilità di tali eventi, nel caso in cui dopo la vaccinazione si dovessero manifestare sintomi indicativi di problemi coagulativi (esempio: affanno, dolore al petto o allo stomaco, gonfiore o freddo ad un braccio o una gamba, mal di testa grave o in peggioramento, o visione offuscata dopo la vaccinazione, sanguinamento persistente, piccoli lividi multipli, macchie rossastre o violacee, o versamenti ematici sotto la pelle), bisogna consultare immediatamente un medico, informandolo della recente vaccinazione.
Per quanto attiene il suo secondo quesito, a tutt’oggi la vaccinazione anti-Covid19 non ha alcuna indicazione ad eseguire specifiche indagine genetiche finalizzate a valutare il rischio trombofilico, così come non è raccomandato eseguire indagini preliminari o attuare terapie antitrombotiche (es. aspirina a basso dosaggio o eparina a basso peso molecolare) dopo la vaccinazione.
Cordialmente e buona vaccinazione.

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