Vaccino antiinfluenzale, cura con cortisone e gravidanza

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 24/10/2018 Aggiornato il 24/07/2024

Nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza può essere opportuno effettuare la vaccinazione contro l'influenza anche se si sta affrontando una cura continuativa con cortisone.

Una domanda di: Paola
Buonasera, sono in attesa alla 22esima
settimana. Vorrei fare il vaccino
antinfluenzale, ma sono in terapia da
inizio gravidanza con deltacortene 5
mg al giorno. Ho letto nel foglietto
illustrativo che i vaccini, se si è in
cura con cortisone, non sono efficaci.
Potete chiarirmi quest’aspetto? Vi
ringrazio.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve signora, la sua domanda è più che legittima. Proviamo a ragionare insieme.
Noi sappiamo che in gravidanza il nostro apparato immunitario si modifica e in un certo senso “chiude un occhio” per accogliere il bambino senza rigettarlo (ricordiamo che ha un patrimonio genetico differente per il 50% ossia la quota regalata dal papà). In gravidanza, proprio per questo particolare assetto immunitario e per modificazioni a carico della meccanica respiratoria, si è anche più a rischio di complicanze polmonari in caso di sindrome influenzale, di qui la raccomandazione alla vaccinazione per le gravide che si trovino nel secondo o terzo trimestre all’inizio della stagione epidemica.
Nel suo caso abbiamo una terapia continuativa con un farmaco, il deltacortene, che immagino sia utile per controllare una patologia cronica di tipo auto-immune.
I corticosteroidi, di cui il deltacortene fa parte, hanno questa capacità di interferire con l’apparato immunitario e quindi sono utili per curare le patologie autoimmuni, ma possono d’altro canto renderci più suscettibili alle infezioni, proprio perché fanno “chiudere un occhio” al nostro sistema di sorveglianza immunitaria. Che dirle in merito all’opportunità di vaccinarsi o meno? Io sarei favorevole comunque alla vaccinazione anti-influenzale, in quanto è composta da piccole particelle inerti del virus e NON dal virus vivente attenuato. La sua terapia con corticosteroidi è inoltre attualmente ad un dosaggio limitato e mi aspetto che il suo organismo riesca a sviluppare comunque l’immunità per l’influenza garantita dal vaccino. Se lei invece incontrasse il virus influenzale senza aver fatto la vaccinazione, si sommerebbero i due rischi: quello della gravidanza e quello dato dalla terapia con deltacortene rispetto all’immunosoppressione.
Spero di averla aiutata a prendere la decisione giusta per lei il suo bambino, cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti